La serie Machos alfa[1] esamina con humour la nozione di mascolinità tossica e l’uguaglianza fra i sessi nel discorso contemporaneo. In spagnolo, « machos alfa » significa « maschio alfa », con riferimento, nei lavori etologici, al maschio dominante e rimanda al machismo, termine che indica la supremazia fallocratica del maschio. La serie si fa beffe del patriarcato in quanto è « ciò che resta del padre quando non incarna più alcuna dimensione simbolica, ma semplicemente un potere di cui abusa »[2], ma anche dei discorsi attuali sulle questioni del genere.
Questa serie mette in scena le disavventure amorose di quattro amici e delle loro compagne. Questi uomini frequentano uno « stage di decostruzione della mascolinità tossica », considerata misogina e omofoba, per accedere a una « virilità più sana ». « Il futuro dell’uomo [è] di essere “decostruito” »[3]. Pedro, uomo a cui riesce tutto, si ritrova disoccupato, sostituito da una donna, in una società che pratica il femminismo di facciata[4]. Allo stesso tempo Daniela, la sua compagna, ha successo su Instagram come influencer. Si produce un rovesciamento in ciò che fino a quel momento aveva regolato la loro relazione. Quando Raùl, alle prese con la degradazione della vita amorosa, si appresta a chiedere alla sua compagna di sposarlo, lei gli propone una relazione aperta. Luis, agente di polizia municipale e padre di due bambini, è alle prese con il desiderio della moglie e con la loro mancanza di vita sessuale. Quanto a Santi, appena uscito da un divorzio tumultuoso, si sottomette agli appuntamenti orchestrati dalla figlia quindicenne, Alex. Lei lo iscrive su Tinder per riportarlo nel gioco dell’incontro amoroso. Aderendo al discorso woke della figlia, egli rimprovera nelle parole dei suoi amici tutte le offese maschiliste, sessiste, omofobe o da bullo.
Machos alfa denuncia con humour il patriarcato e la sua caduta : « All’improvviso tutto è patriarcale, è come un virus. Avete dichiarato guerra al cromosoma Y ! ». La perdita dei punti di riferimento tradizionali lascia questi quattro uomini alle prese con la loro mascolinità da reinventare.
La serie evidenzia come la vacillazione dei sembianti metta a nudo l’assenza del rapporto sessuale. Quando il sembiante fallico, significante della mancanza, non opera più nel legame fra uomini e donne, quando i punti di riferimento tradizionali evaporano e gli ideali sono scomparsi, questi soggetti di sesso maschile si ritrovano disorientati, scombussolati nell’incontro amoroso e non sanno più come situarsi nella loro mascolinità in crisi. Ma le donne non sono da meno: Daniela, che filma tutti i momenti della sua vita quotidiana per il suo vlog[5] ed espone la propria vita on line; Ester, che si innamora del suo coach sportivo, la ex-moglie e i dates di Santi, che incarnano tutte, ognuna a proprio modo, l’illimitato della follia femminile e la devastazione.
Ognuno dovrà inventare, uno per uno, una soluzione dal lato dell’amore, che permetta di supplire all’assenza di rapporto sessuale[6], poiché, patriarcato o no, « non ci sono delle formule programmate di rapporto tra i sessi »[7].
Riferimenti bibliografici dell’autore.
[1] Machos alfa, série télévisée, Caballero A. et L., Espagne, Netflix, 2022.
[2] Leguil C., « Critica del monopolio del godimento legittimo », Nobodaddy, Blog di Pipol 11, 17 marzo 2023, disponibile su internet: https://pipol11.pipolcongres.eu/it/2023/03/16/critica-del-monopolio-del-godimento-legittimo-clotilde-leguil/
[3] Vinciguerra R.-P., « L’avenir de l’homme », Nobodaddy, Blog di Pipol 11, 26 febbraio 2023, disponibile su internet: https://pipol11.pipolcongres.eu/2023/02/23/lavenir-de-lhomme-rose-paule-vinciguerra/ (libera traduzione del traduttore)
[4] Cfr. Vincent F., « La mode du ‟féminisme washing” atteint les entreprises », Le Monde, 8 gennaio 2018, disponibile su internet: https://www.lemonde.fr/societe/article/2018/01/08/la-mode-du-feminisme-washing-atteint-les-entreprises_5238656_3224.html
[5] Un vlog è un blog video.
[6] Cfr. Lacan J., Il Seminario, Libro XX, Ancora, Torino, Einaudi 2011, p. 43.
[7] Miller J.-A., « La teoria del partner », La Psicoanalisi, n°34, luglio-dicembre 2003, p. 58.
Traduzione : Marianna Matteoni
Revisione : Ilaria Papandrea
Immagine : © Nathalie Crame